Il dizionario -
degli studenti
censura [cen-sù-ra] nome femm. (plur. censure) [etimologia: dal latino censura(m), a sua volta derivato da censore(m) «censore»]. [1] In tempo di guerra o nei regimi totalitari, la censura è il controllo che l’autorità politica o militare esercita allo scopo di impedire manifestazioni di dissenso o la diffusione di notizie giudicate disfattiste, fino alla repressione di qualsiasi idea non conforme all’ideologia del partito unico al potere: le lettere dei soldati che parteciparono alla Grande Guerra furono sottoposte a censura; la censura fascista eliminò la stampa di opposizione all’operato del governo e del PNF (Partito Nazionale Fascista). [2] Controllo delle opere da pubblicare o da rappresentare in pubblico per evitare che offendano la morale o la religione: la censura ha imposto al film il divieto ai minori di diciotto anni. [3] La censura era una carica pubblica dell’antica Roma, istituita nel 443 a. C. I censori erano due magistrati, eletti ogni cinque anni in occasione dei Comizi centuriati e in carica per diciotto mesi, magistrati addetti al censimento della popolazione, cioè alla registrazione dei cittadini e dei loro averi. I censori avevano inoltre funzioni amministrative: si occupavano del bilancio dello Stato, dei tributi e della leva militare. Con il tempo i censori divennero anche un’autorità morale, incaricata di vigilare sui costumi: essi valutavano la condotta dei cittadini e colpivano gli indegni con un giudizio, detto nota censoria, che poteva declassarli a un ceto inferiore.