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massoneria

massoneria [mas-so-ne-rì-a] nome femm. (plur. massonerie) [etimologia: dal francese maҫon «muratore», legato alla tradizione delle Corporazioni medievali, da cui derivano i simboli]. Società segreta nata in Inghilterra nel XVIII secolo come associazione di reciproco aiuto tra muratori e scalpellini; si diffuse rapidamente in Francia, Germania, Italia, nel resto d’Europa e nel continente americano. L’associazione presentava un modello sociale contrapposto a quello esistente prima della Rivoluzione francese e diffondeva gli ideali illuministici di uguaglianza civile e libertà di pensiero. Utilizzava simboli ed emblemi molto particolari ed era organizzata in modo fortemente gerarchico, con diversi gradi di appartenenza e riti di passaggio.

Secondo alcune tradizioni, le sue origini sarebbero ancora più antiche: risalirebbero addirittura alla corporazione dei muratori e degli architetti romani. L’associazione si sarebbe sviluppata nel Medioevo con le confraternite di monaci, per la costruzione di chiese, e con le confraternite laiche. I suoi membri erano divisi in tre gradi (apprendista, lavorante e maestro); gli appartenenti al secondo e al terzo grado si impegnavano a trasmettere il mestiere e le conoscenze matematiche, artistiche, filosofiche e teologiche agli altri associati. L’insegnamento era segreto e circondato da giuramenti e riti rispettosi della religione cattolica. Nel sec. XVII l’elemento rituale e religioso acquistò importanza: il massone doveva credere in Dio, “grande architetto dell’universo”:   tra le società segrete più importanti ci furono la Massoneria, presente dapprima soprattutto in Inghilterra, e la Carboneria, molto diffusa in Italia.

 

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